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L'autostima:
una questione di specchi

Quante volte ci capita di pensare di non avere abbastanza autostima? Quante altre vediamo persone sicure e decise e pensiamo che debbano avere un'autostima da campioni? Ma che cos'è questa tanto desiderata autostima? L'autostima sta tutta in uno "specchio" e in un "abbastanza"!
Lo specchio buono dell'autostima
Lo specchio  buono
​
"Vai avanti così, perché vali, perché sei abbastanza buono!"

Innanzi tutto evitiamo confusioni: una persona che ha sempre il bisogno di dimostrare di essere il migliore, di essere bravo, di piacere e che magari riesce nel suo intento non è assolutamente detto che possieda una grande autostima, anzi! E' un po' come un pavone che ha bisogno di fare la ruota per piacere, che ha bisogno di essere visto e ammirato. In genere questo bisogno nasce proprio dalla mancanza di autostima. Immaginiamo che il nostro "io" sia composto da tanti piccoli "io", ognuno dei quali ha una funzione diversa. Ecco, uno di questi ha la funzione di confermarci che siamo abbastanza buoni, che siamo persone di valore a prescindere. E' una sorta di specchio che ci portiamo dentro e che riflette con affetto quello che noi siamo, come se ci dicesse: "Vai avanti così, perché vali, perché sei abbastanza buono". Ho aggiunto l'abbastanza, perché non è da confondere con lo specchio della matrigna di Biancaneve, angosciata dal dover essere la più bella del reame. Nessuno è davvero il più bello del reame e se il nostro specchio dell'autostima interno ce lo vuole far credere, non avremo un destino facile, né con noi stessi né con gli altri. Siamo nel campo del narcisismo, ma di questo magari parleremo un altra volta. Dico solo che uno specchio così pretenzioso è improbabile che regali un'esistenza felice: ricordiamo tutti la sorte della perfida matrigna, così preoccupata dall'essere la più bella del reame da condannarsi a una bruttissima fine. E Biancaneve? Onestamente non ho mai pensato che questa dolce fanciulla fosse davvero così bella, diciamo che era carina. Ma questo conta poco, ciò che è importante è che Biancaneve non aveva bisogno di verificare costantemente di fronte a uno specchio di essere la più bella del reame. Perchè secondo voi? Perchè aveva uno specchio dell'autostima interno abbastanza buono da farla sentire sempre abbastanza bella senza farsene preoccupare. Usando un'immagine semplicissima possiamo dire che l'autostima sta tutta in quello specchio e in quell'abbastanza. Non troppo, né troppo poco, ma il giusto! Quel giusto che corrisponde alla serenità tra sé e sé necessaria a non rimanere troppo preoccupati del proprio valore e a dedicarci a noi stessi e agli altri con più energia e spontaneità. Probabilmente è per questo che Biancaneve sembrava a tutti tanto bella, perché non si preoccupava di esserlo e, soprattutto, perché invece di usare gli altri come specchi che le confermassero il suo valore, li trattava come persone altrettanto valide, promuovendo la loro sana autostima. Si tratta di un circolo virtuoso: l'autostima seduce perché comunica serenità e umile sicurezza e lascia all'individuo tutte le energie che invece la povera matrigna spendeva per credersi ostinatamente la più bella. Nella realtà, oserei dire per fortuna, nessuno è pacifico e angelico come Biancaneve, ma avere uno specchio dell'autostima interno che ci faccia sentire che conserviamo il nostro valore anche quando magari gli specchi esterni (le persone che incontriamo, i compiti professionali e sociali, e perchè no, anche il nostro caro e a volte impietoso specchio del bagno!) ci rimandano un feedback un po' meno buono, ci fornisce di una base sicura personale che libera dal peso dell'insicurezza.

Lo specchio malevolo dell'autostima
Lo specchio malevolo

 

"Per quanto tu faccia,
non vali abbastanza!"

Ma cosa capita quando invece fatichiamo a conservare questo senso del nostro valore e scivoliamo facilmente e spesso di fronte a piccoli e grandi fallimenti e rifiuti col risultato di sentirci brutti, sbagliati, tristi, insoddisfatti di noi stessi ("mi sento proprio una merda oggi!" Inutile girarci attorno, spesso questa è la frase poco cortese che descrive il nostro stato d'animo di fronte a un crollo della nostra autostima!)? Succede che probabilmente il nostro "specchio interno buono" non ha molta voce in capitolo, è un po' debole, o magari non è riuscito a consolidarsi per bene, sopraffatto da un altro tipo di specchio, che chiameremo  lo "specchio malevolo". Questo specchio non ci dà tregua e i suoi messaggi suonano più o meno così: "Vedi? Non gli piaci perché non sei abbastanza bella/o?"; "Non sai fare niente! E' inutile che ci provi, tanto fallirai!"; "Il capo ha preferito il tuo collega perché è più sveglio di te, che non hai neanche un po' di palle!"; "Lascia perdere, non buttarti in questa avventura perché non sei capace, non puoi competere!", "Ma sul serio pensavi che un uomo (una donna) così figo/a potesse interessarsi a una sfigata (uno sfigato) come te?", "Ma non vorrai davvero esprimere la tua opinione? Saresti ridicolo/a!", etc, etc.. Qualunque sia il messaggio, il senso di fondo è sempre lo stesso: "Tu non vali abbastanza!". Questo specchio malevolo fa un gran rumore, che ci impedisce di aprirci agli altri e alle esperienze e ci chiude in noi stessi, togliendoci energie, serenità, alimentando la tristezza, causando ansia, a volte anche attacchi di panico, rendendoci difficile dire un appassionato alla vita e facendoci spesso arrestare sulla soglia e dire "No, non sono in grado, non sono abbastanza bravo, abbastanza bello, abbastanza capace, abbastanza intelligente, etc". Si crea un circolo vizioso, quella malefica vocina interna ci frena per poi dirci "Vedi? Te l'avevo detto che non ce l'avresti fatta a varcare la soglia!". Ma questo specchio malevolo è ancora più infido, non solo infatti nella maggior parte dei casi ci impedisce di fare, ma anche quando riusciamo a raggiungere degli obbiettivi è subito pronto a tagliarci le gambe con un bel "Ma tu non sei all'altezza (di questo incarico, di questa promozione, di questa persona, etc.)", inducendoci a ritirarci o impedendoci di gioire per un risultato professionale o affettivo importante. Capita spesso che di fronte a promozioni di carriera alcune persone abbiano un crollo depressivo, oppure che quando finalmente si incontra la persona giusta, il famoso principe azzurro (o principessa rosa), invece di fare come Biancaneve, che per quanto umile e semplice non dubitò un istante di essere all'altezza del suo bel principe e lo seguì a palazzo,  noi scendiamo dalla carrozza perché ci sembra troppo, perché tanto andrà male, perché non possiamo fidarci, perchè lui/lei è troppo per noi. Ancora una volta il nostro specchio malevolo ci ha messo i bastoni tra le ruote!

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